UNESCO
 

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Per informazioni sull’UNESCO si veda:www.UNESCO.org

L‘Istituto internazionale di pianificazione educativa (IIEP) dell’UNESCO, gioca un ruolo fondamentale nel partenariato insieme alla FAO.

L’IIEP é un centro di formazione e ricerca specializzato nella pianificazione e nella gestione educativa.
L‘Istituto internazionale di pianificazione educativa (IIEP) è stato creato dall’UNESCO nel 1963 a Parigi (Francia), ed è sostenuto dall’UNESCO e da contributi volontari da parte degli Stati membri e di altri enti. L’IIEP é parte integrante dell’Organizzazione dell’ONU Parigina, ma ciononostante gode di una grande autonomia. L’obiettivo dell’IIEP é quello di sostenere gli Stati membri a migliorare la qualitá e l’efficienza dei propri sistemi educativi. L’attivitá cardine di questo Istituto é la formazione e la ricerca, ma su richiesta, fornisce anche servizi agli Stati membri. Recentemente l’IIEP ha firmato degli accordi di partenariato bilaterali con circa 20 istituzioni creando vari network. .

TPer saperne di piú su IIEP http://www.unesco.org/iiep/eng/about/about.htm

L'UNESCO é l’agenzia leader dell’iniziativa Educazione per Tutti.

Il movimento Educazione per Tutti venne ideato durante la Conferenza Mondiale sull’Educazione per Tutti del 1990. Da allora, governi, organizzazioni non governative, societá civile, agenzie donatrici bilaterali e multilaterali, mass media, hanno colto la sfida di dare un’educazione di base a tutti i bambini, giovani e adulti.

Per saperne di piú sull'Educazione per Tutti http://www.unesco.org/education/efa/index.shtml

Da Jomtien a Dakar: Dieci anni di Educazione per tutti

Nel 1990, rappresentanti di 155 Paesi e 150 organizzazioni, si sono impegnate a provvedere all’educazione per tutti entro il 2000, in occasione della Conferenza mondiale sull’Educazione per Tutti (Jomtien, Thailandia). La loro intenzione era che bambini, giovani ed adulti “beneficiassero delle opportunitá date loro, per colmare le proprie necessitá di apprendimento di base”. La La Dichiarazione mondiale sull’Educazione per tutti pertanto, ha definito una nuova coraggiosa direzione da intraprendere nell’ambito dell’educazione.

La Dichiarazione ha definito superati, i rigidi e normativi sistemi scolastici, ed ha dato il via ad un’era incentrata sulla flessibilitá. Da ora in avanti, l’educazione sará “su misura”, adattata alle necessitá, alla cultura ed alle circostanze degli educandi. Circa dieci anni dopo, a Jomtien, si é deciso di monitorare i progressi fatti.

Nel 1996, sono state poste due pietre miliari. La Conferenza di metá decennio che si è tenuta ad Amman, in Giordania, ha messo in evidenza gli importanti progressi compiuti, mentre nella stessa, la visione degli scarsi risultati, ha spinto ad un’approfondimento sull’argomento. Il rapporto della Commissione Internazionale sull’Educazione per il Ventunesimo Secolo all’ l’UNESCO, ha proposto una visione olistica dell’educazione che si centra su quattro “pilastri”: apprendere per conoscere, apprendere per fare, apprendere per essere ed apprendere per vivere insieme. Il testo é stato ampiamente adottato.

Il forum mondiale sull’educazione 2000

Il decennio dell’Educazione per tutti é sfociato poi, nel Forum mondiale sull’educazione (26-28 Aprile 2000, Dakar, Senegal) che ha adottato adottato il Quadro d’Azione di Dakar sull’Educazione per tutti: mantenere i nostri impegni comuni. Questo documento prevede l’impegno dei governi, nel far raggiungere a tutti un livello di educazione base di qualitá entro il 2015, la scolarizzazione delle ragazze e l’impegno dei Paesi donatori e delle istituzioni a vigilare che a nessun Paese, realmente impegnato, verrá impedito il proprio proposito per mancanza di risorse.

La piú grande rivisitazione dell’educazione nella storia

Il Quadro d’Azione di Dakar deriva dai risultati raggiunti con il Global EFA 2000 Assessment che coinvolse piú di 180 Paesi. Lanciato nel 1998, questo documento globale è stato lo studio, piú completo, mai fatto sull’educazione di base, ed fu sviluppato dai team nazionali con l’assistenza di dieci gruppi di supporto regionali, incluse le agenzie delle Nazioni Unite, la Banca Mondiale, le agenzie donatrici bilaterali, le banche di sviluppo e le organizzazioni intergovernative.

I risultati preliminari, sono stati discussi in occasione delle cinque conferenze regionali preparatorie e dell’incontro speciale dei nove Paesi a maggior popolazione (E9), tra dicembre 1999 e febbraio 2000 (Johannesburg, in Sud Africa; Bangkok, in Thailandia; Il Cairo, in Egitto; Recife, in Brasile; Varsavia, in Polonia e Santo Domingo, nella Repubblica Domenicana).

Le valutazioni nazionali sono state integrate non solo da quattordici studi tematici, su temi legati all’educazione, alle ricerche sulle conquiste formative ed alle condizioni di insegnamento ed apprendimento, ma anche da venti studi di caso.

I risultati

La valutazione ha rivelato risultati disomogenei. Il numero di bambini nelle scuole è cresciuto (da 599 milioni nel 1990 a 681 milioni nel 1998) e molti Paesi hanno provato l’iscrizione completa alla scuola primaria per la prima volta. Ciononostante, circa 113 milioni di bambini non frequentavano la scuola, la discriminazione femminile era cresciuta e circa un miliardo di adulti, soprattutto donne, erano ancora analfabeti. La mancanza di personale qualificato e di materiali formativi adeguati erano una realtá presente in troppe scuole.

Mentre la comunitá donatrice era criticata per il sempre piú scarso impegno nell’aiuto, alcuni Paesi come Bangladesh, Brasile ed Egitto avevano destinato circa il 6 per cento del proprio prodotto interno lordo (PIL) nell’educazione. Per alcuni Paesi africani, l’educazione assorbe fino ad un terzo del budget nazionale, nonostante molti di loro spendano tanto nel rimborso dei debiti, quanto nella salute combinata all’educazione di base.

Inoltre vi erano grandi disparitá per ció che riguardava la qualitá dell’insegnamento. Sistemi ultraconservatori non si adattavano affatto alle necessitá dei giovani, ed erano totalmente in contrasto con l’enorme quantitá di iniziative che univano con successo, l’apprendimento alle necessitá locali, o che permettevano all’istruzione di raggiungere anche le popolazioni piú isolate. I nuovi mezzi ed network virtuali, poi, hanno contribuito a svecchiare i sistemi educativi.

Guardare avanti

Ci sono ancora difficili sfide a cui far fronte: come portare educazione agli orfani dell’HIV/AIDS in regioni come l’Africa, dove questa pandemia sta mietendo vittime; come offrire educazione al sempre crescente numero di rifugiati e profughi, come aiutare gli insegnanti ad acquisire una nuova coscienza del proprio ruolo e come i poveri, possano, trarre vantaggio dalle nuove tecnologie. Probabilmente peró, la sfida piú ardua in un mondo in cui 700 milioni di persone vive in 42 Paesi fortemente indebitati, é aiutare l’educazione a prendere il sopravvento sulla povertá e dare a milioni di bambini l’opportunitá di esprimere totalmente il proprio potenziale.

Il Quadro d’Azione di Dakar, dá, alla comunitá internazionale, l’opportunitá di ridefinire le strategie educative per far fronte alle conseguenze degli anni Novanta e star dietro ai ritmi del cambiamento.

I testi piú rilevanti su questo movimento sono disponibili nella documentazione di background enelle FAQ, dove si risponde alle domande piú frequenti sull’educazione di base in tutto il mondo.