Il Direttore Generale conferma l’impegno della FAO a sostenere la Presidenza brasiliana del G20 e sollecita interventi per la sicurezza alimentare e il clima

QU Dongyu ha partecipato a un evento di alto livello a Roma per ribadire la necessità di finanziamenti nell’ottica di realizzare la trasformazione dei sistemi agroalimentari

FAO

Il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu, interviene all'evento di alto livello organizzato presso l'Ambasciata del Brasile a Roma.

©FAO/Hong Shen

15/02/2024
Roma– In occasione di un evento di alto livello, organizzato dalla Delegazione permanente del Brasile presso le agenzie delle Nazioni Unite con sede a Roma e il movimento Global Citizen, il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu, ha posto in evidenza, oggi, l’urgente necessità di dare priorità alle azioni in favore del clima e della sicurezza alimentare nel 2024 e ha riconfermato il sostegno della FAO alla Presidenza del G20, attualmente detenuta dal Brasile.

Nel suo intervento, QU ha tratteggiato il triste quadro della fame a livello globale, ricordando che, nel 2022, un totale di 735 milioni di persone ha sofferto di fame cronica. Il Direttore Generale ha fatto cenno all’intersezione esistente tra conflitti, eventi climatici estremi e crisi economiche, mettendo in risalto l’impatto sproporzionato di tali fattori sulla sicurezza alimentare e la nutrizione delle fasce povere e vulnerabili della popolazione mondiale.

L'evento di alto livello, che si è tenuto presso l’Ambasciata del Brasile a Roma, è stato ospitato da Renato Mosca, Ambasciatore del Brasile in Italia, da Carla Carneiro, Ambasciatrice brasiliana presso le agenzie delle Nazioni Unite con sede a Roma, e da Friederike Roder, Vicepresidente per le Politiche globali e la sensibilizzazione del movimento Global Citizen. 

All'evento, hanno inoltre partecipato i seguenti esponenti di spicco delle agenzie delle Nazioni Unite con sede a Roma: Alvaro Lario, Presidente del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD) e Carl Skau, Vicedirettore esecutivo e Capo delle operazioni del Programma alimentare mondiale (PAM).

Un gruppo di alto livello ha riflettuto su come il G7 e il G20, presieduti rispettivamente da Italia e Brasile, possano dare priorità alla sicurezza alimentare e all’adeguamento dell'agricoltura ai cambiamenti climatici, anche tramite l’iniziativa, annunciata di recente, denominata Alleanza globale del G20 contro la fame e la povertà, che sarà lanciata in novembre.

Sono intervenuti, per l’occasione, Stefano Gatti, Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo e Inviato speciale del Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale per la sicurezza alimentare, e Nosipho Nausca-Jean Jezile, Rappresentante permanente della Repubblica del Sudafrica presso le agenzie delle Nazioni Unite a Roma.

“La FAO è soddisfatta della proficua sinergia e dell’efficace collaborazione con il governo del Brasile; da parte nostra non verrà meno l’impegno a offrire la nostra piena assistenza tecnica e professionale per garantire il successo del G20 sotto la Presidenza del Brasile”, ha dichiarato il Direttore Generale della FAO.

Ricordando il nesso che esiste tra povertà e fame, inoltre, QU ha anche messo in luce l'allarmante correlazione tra disuguaglianza e varie forme di malnutrizione, che concorrono a creare un triplice fardello. Da qui, il suo appello accorato a moltiplicare i programmi di protezione sociale, prendendo a modello il Brasile, considerato esempio virtuoso grazie allo strumento dei trasferimenti condizionali di denaro. Al tempo stesso, QU ha sottolineato anche la necessità di innovare il settore della protezione sociale, soprattutto per far fronte agli shock climatici.

Considerando le soluzioni a lungo termine, il Direttore Generale ha ribadito che sono indispensabili investimenti in infrastrutture, digitalizzazione, innovazione e tecnologie, e che è essenziale far leva sul capitale umano, migliorando i servizi nei settori dell’istruzione e della sanità.

“Per ridurre la fame, aiutare le persone a sottrarsi alla morsa della povertà e promuovere una produzione agricola sostenibile sarà necessario garantire un volume nettamente maggiore e più mirato di investimenti volti a trasformare i sistemi agroalimentari globali,” ha spiegato, facendo presente che la trasformazione dei sistemi agroalimentari richiederà un investimento di 4 000 miliardi di dollari da adesso fino al 2030 nei paesi a basso e medio reddito.

QU ha sottolineato l’importanza di intensificare gli investimenti per creare un settore agricolo più diversificato e produttivo, che dia priorità agli alimenti nutrienti, e ha messo in evidenza il ruolo del settore nel far fronte a tutte le dimensioni dello sviluppo sostenibile, compresa l'azione per il clima.

Il Direttore Generale ha precisato che, sebbene i sistemi agroalimentari siano responsabili del 30 percento, circa, delle emissioni di gas a effetto serra, la loro trasformazione può ottimizzarne l'efficienza e renderli più inclusivi e resilienti.

A tal fine, ha citato la recente Tabella di marcia globale per il conseguimento dell’OSS2 senza superare la soglia di 1,5° come esempio di un piano innovativo e di un pacchetto di soluzioni concreto per raggiungere l’obiettivo Fame zero e accelerare le azioni per il clima.

“La tabella di marcia potrebbe anche fungere da catalizzatore per un incremento dei finanziamenti”, ha concluso.
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