L’Indice FAO dei prezzi dei prodotti alimentari è leggermente salito a maggio per il terzo mese consecutivo

La FAO pubblica le prime previsioni mondiali sui cereali per il periodo 2024-2025

Campo di grano in Tagikistan

©FAO/Nozim Kalandarov

07/06/2024
Roma – L’indice di riferimento dei prezzi delle materie prime agricolo-alimentari, a livello mondiale, ha fatto registrare un incremento, per il terzo mese consecutivo, a maggio, quando gli aumenti dei prezzi di cereali e prodotti lattiero-caseari hanno compensato il calo delle quotazioni di zucchero e oli vegetali. A darne notizia, lo scorso venerdì, è stata l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).

L'Indice FAO dei prezzi dei prodotti alimentari, che rileva le variazioni mensili dei prezzi internazionali di un paniere di generi alimentari oggetto di scambi commerciali, a livello globale, ha raggiunto, a maggio, un valore medio di 120,4 punti, in crescita dello 0,9 percento, rispetto al livello rivisto dello scorso aprile, pur rimanendo per il 3,4 percento al di sotto del valore osservato l’anno precedente e del 24,9 percento al di sotto del picco del marzo 2022.

Rispetto ad aprile, l’indice FAO dei prezzi dei cereali ha messo a segno un balzo del 6,3 percento, stimolato dall’aumento dei prezzi all'esportazione del grano a livello mondiale, a sua volta, un riflesso di condizioni meteorologiche svantaggiose, che hanno intaccato la resa dei raccolti del 2024 nelle principali regioni produttive, tra cui alcune parti dell’America settentrionale, dell’Europa e della regione del Mar Nero. In fase rialzista, in maggio, anche i prezzi all'esportazione del mais, che sono lievitati per l'effetto congiunto, da un lato, delle preoccupazioni di un crollo della produzione, sia in Argentina, dove la malattia dello Spiroplasma ha compromesso la crescita vegetativa del mais, che in Brasile, colpito da condizioni climatiche sfavorevoli, e, dall'altro lato, della limitata attività di vendita in Ucraina. Un'analoga traiettoria si è osservata, a maggio, anche per l’Indice FAO dei prezzi di tutte le varietà di riso (+1,3 percento).

L’Indice FAO dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari ha guadagnato l’1,8 percento da aprile, sostenuto dalla crescente domanda, in vista delle vacanze estive, da parte dei settori della vendita al dettaglio e dei servizi alimentari, nonché dalle aspettative del mercato di un possibile crollo della produzione di latte, al di sotto dei livelli storici, nell’Europa occidentale. A far salire i prezzi dei prodotti lattiero-caseari, è stata anche la rinnovata domanda di importazione di forniture immediatamente disponibili da alcuni paesi in Medio Oriente e nell’Africa settentrionale.

Nel frattempo, l’Indice FAO dei prezzi dello zucchero è crollato del 7,5% rispetto ad aprile, soprattutto a causa della pressione esercitata dalla nuova stagione di raccolta in Brasile, iniziata sotto buoni auspici. Anche la frenata dei prezzi internazionali del greggio, inducendo un calo della domanda, ha concorso ad abbassare l'asticella dei prezzi dello zucchero. 

Rispetto ad aprile, anche l’Indice FAO dei prezzi degli oli vegetali, ha fatto registrare una variazione negativa (-2,4 percento). La contrazione delle quotazioni dell’olio di palma, frutto degli aumenti stagionali della produzione, e la persistente fiacchezza della domanda globale hanno più che compensato sia gli incrementi dei prezzi dell’olio di soia, in accelerazione per la maggiore domanda da parte del settore dei biocarburanti, sia lo slancio dei prezzi degli oli di colza e di girasole, riconducibile, perlopiù, allo sfilacciarsi delle disponibilità di prodotti per l'esportazione, nella regione del Mar Nero.

Marginale è stata, invece, la battuta d’arresto dell’Indice FAO dei prezzi della carne, che sono diminuiti dello 0,2 percento, per effetto della flessione delle quotazioni internazionali della carne avicola e bovina, a fronte di un recupero dei prezzi della carne suina e ovina.

Informazioni più dettagliate sono disponibili qui.

Prima previsione globale sui cereali per la stagione 2024-2025

La FAO ha anche pubblicato la sua prima previsione per la stagione 2024‑2025 (luglio/giugno), in base alla quale la produzione cerealicola mondiale dovrebbe attestarsi sui 2 846 milioni di tonnellate, praticamente allo stesso livello della produzione record realizzata nel 2023-2024.  Stando all’ultimo Bollettino sulla domanda e l’offerta dei cereali, pubblicato anch’esso lo scorso venerdì, la produzione mondiale di mais e grano dovrebbe diminuire, mentre la produzione di orzo, riso e sorgo andrebbe migliorando. Lo scenario, tuttavia, sarebbe influenzato dalle recenti condizioni climatiche avverse, osservate nella regione del Mar Nero, che, con tutta probabilità, avranno ripercussioni negative sulla produzione mondiale di grano, un'evenienza che ancora non trova echi nelle previsioni.

Le stime relative all’utilizzo complessivo di cereali, a livello mondiale, nel 2024-2025, parlano di un nuovo consumo record di 2 851 milioni di tonnellate, pari a un incremento dello 0,5 percento, influenzato dall’aumento del consumo alimentare, soprattutto di riso.

È probabile che le scorte mondiali di cereali raggiungano un livello record di 897 milioni di tonnellate, superando i livelli iniziali dell’1,5 percento. Si prevedono aumenti dei listini di mais, orzo, sorgo e riso, mentre non si esclude un calo del listino del grano. Il rapporto mondiale tra riserve e utilizzo di cereali dovrebbe mantenersi al 30,9 percento.

La FAO calcola che gli scambi mondiali di cereali interesseranno un volume totale di 481 milioni di tonnellate, in calo dell’1,3 percento, rispetto all’anno precedente, in ragione di un peggioramento delle prospettive di scambio per il mais. Viceversa, si prevede una forte crescita degli scambi internazionali di riso.

Per un'analisi più dettagliata dei mercati cerealicoli mondiali, si rimanda al prossimo numero di Food Outlook, che uscirà il 13 giugno 2024.
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