La parità di genere è fondamentale per trasformare i sistemi agroalimentari e combattere la fame

Il Direttore Generale QU Dongyu interviene all’inaugurazione del Dialogo ad alto livello convocato dalla Food Coalition

FAO

Inaugurazione del Dialogo ad alto livello, organizzato dalla Food Coalition e intitolato: “L’impatto delle crisi globali sulla sicurezza alimentare: le donne come protagoniste della trasformazione dei sistemi agroalimentari.“

©FAO

27/05/2022
Roma – Superare la disuguaglianza di genere può concorrere in maniera decisiva a liberare il mondo dalla fame e dalla malnutrizione. È quanto ha dichiarato in data odierna il Direttore Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l'agricoltura (FAO), QU Dongyu, dopo aver constatato che il divario tra uomini e donne, in materia di sicurezza alimentare, si è ampliato.

“Le donne svolgono un ruolo chiave all’interno dei sistemi agroalimentari e contribuiscono in modo fondamentale allo sviluppo agricolo e rurale,” ha affermato Qu nel discorso tenuto in occasione dell’inaugurazione del Dialogo ad alto livello, organizzato dalla Food Coalition e intitolato: “L’impatto delle crisi globali sulla sicurezza alimentare: le donne come protagoniste della trasformazione dei sistemi agroalimentari. “Tuttavia, per creare sistemi agroalimentari che offrano vantaggi a tutti, senza lasciare indietro nessuno, occorre superare la disuguaglianza di genere,” ha aggiunto Qu.

È dimostrato che le cause alla base dell’incremento della fame registrato negli ultimi anni (conflitti, shock climatici e crisi economiche) hanno avuto ripercussioni più gravi per le donne rispetto agli uomini. L’anno in cui la pandemia COVID-19 si è diffusa in tutto il mondo, il divario di genere con riferimento alla sicurezza alimentare è aumentato ulteriormente, al punto che, nel 2020, l’insicurezza alimentare moderata o grave ha raggiunto, tra le donne, una prevalenza del 10% maggiore rispetto agli uomini, in aumento rispetto al dato del 2019 (6%).

Il Direttore Generale ha, inoltre, osservato che le donne costituiscono quasi la metà della forza lavoro rurale nei paesi a basso reddito. E, tuttavia, “ovunque nel mondo, le donne rurali sono alle prese con discriminazioni legate al genere che ne limitano le potenzialità,” ha precisato Qu.

“È nostro dovere agire fin da subito per trasformare i nostri sistemi agroalimentari in modo da garantire una migliore produzione, una migliore nutrizione, un ambiente migliore e una vita migliore per tutti, senza lasciare indietro nessuno. Perché ciò sia possibile, c’è bisogno della piena partecipazione delle donne alla definizione e all’attuazione di soluzioni,” ha suggerito Qu.

I programmi della FAO continuano a dare priorità al coinvolgimento e alla leadership delle donne rurali, e l’Organizzazione è impegnata a raggiungere “la parità tra donne e uomini nel campo dell'agricoltura sostenibile e dello sviluppo rurale, al fine di sradicare la fame e la povertà,” come indicato nel documento Politica della FAO sulla parità di genere.

La Food Coalition

La Food Coalition, fondata ufficialmente nel novembre 2020, è stata creata per facilitare un'azione globale unificata in risposta alla pandemia COVID-19. In particolare, il ruolo della Food Coalition è stato riconosciuto anche nel giugno 2021, sia nella Dichiarazione di Matera, sia nella Dichiarazione dei leader del G20 di Roma.  Alla luce della crisi globale della sicurezza alimentare, esacerbata dalla guerra in Ucraina, la Food Coalition si prefigge lo scopo di fungere da alleanza internazionale volontaria aperta a tutti i soggetti che desiderino agire e accelerare il cambiamento verso la trasformazione dei sistemi agroalimentari.

La Food Coalition poggia su cinque pilastri tra loro complementari, quali: Pilastro n. 1 - Risposta e ripresa dalle crisi globali; Pilastro n. 2 - Promozione di soluzioni; Pilastro n. 3 - Sostegno e seguito dato alla Dichiarazione di Matera del G20; Pilastro n. 4 - Soluzioni di più lungo termine concepite per trasformare i sistemi agroalimentari; Pilastro n. 5 (Trasversale) - Condivisione di conoscenze e trasferimento di esperti/know-how.

Il Dialogo ad alto livello, organizzato nell'ambito del pilastro “Promozione di soluzioni” della Food Coalition, ha altresì riservato uno spazio di discussione per comprendere in che modo i conflitti, con particolare riferimento alla guerra in Ucraina, determinano livelli crescenti di insicurezza alimentare. Nel suo intervento di apertura, il Direttore Generale della FAO ha ripetuto che “[i] conflitti continuano ad essere il principale singolo fattore causale della fame nelle zone di crisi alimentare,” facendo riferimento a un rapporto pubblicato dalla Rete mondiale contro le crisi alimentari (GNAFC).

Il rapporto ha evidenziato che il numero di persone bisognose sia di urgenti aiuti umanitari, che di sostegno alla sussistenza continua a crescere a un ritmo allarmante. Nel 2021, circa 193 milioni di persone sono state esposte al rischio di insicurezza alimentare acuta, a livelli critici o peggiori, in 53 paesi o territori. Il dato rappresenta un incremento di quasi 40 milioni di persone rispetto alle cifre già esorbitanti del 2020.

Hanno presenziato all’evento odierno, tra gli altri, il Premio Nobel per la Pace, Jody Williams; la Vice-Ministra degli Esteri del governo italiano, Marina Sereni; la Ministra per la Solidarietà, l’Inclusione sociale e la Famiglia del Marocco, Aawatif Hayar; la Presidente del Centro panafricano “Kwame Nkrumah”, Samia Nkrumah; e la Presidente dell’Alleanza parlamentare spagnola per il diritto all’alimentazione, Elena Diego.

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