La FAO lancia l’allarme per l'elevato rischio di carestia in tutta la Striscia di Gaza, colpita dalle restrizioni sull'accesso umanitario

Una nuova analisi rivela che quasi tutta la popolazione a Gaza è esposta ad alti livelli di insicurezza alimentare acuta, mentre un abitante su cinque è sull’orlo della carestia

FAO

Stando al nuovo rapporto IPC, circa 495 000 persone versano in condizioni di insicurezza alimentare a livello di Catastrofe (Fase 5 dell’IPC), mentre la quasi totalità della popolazione (2,15 milioni di persone) vive a livelli di acuta crisi alimentare o superiori (Fase 3+ dell’IPC).

©FAO/Yousef Alrozzi

26/06/2024
Roma/New York - L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) lancia l'allarme per l’elevato rischio di carestia in tutta la Striscia di Gaza, destinato a protrarsi fintanto che continueranno gli scontri e saranno poste limitazioni a un accesso umanitario costante e su larga scala. È quanto si legge in un nuovo rapporto, pubblicato dall’iniziativa globale Classificazione integrata delle fasi della sicurezza alimentare (IPC).

“Negli ultimi otto mesi, abbiamo osservato un incremento del rischio di carestia, dovuto al protrarsi delle ostilità e all’incessante susseguirsi di bombardamenti e operazioni di terra, nonché al limitato accesso alle persone che necessitano di aiuti umanitari urgenti, con conseguenze gravi per l’intera popolazione di Gaza”, ha dichiarato Maximo Torero, Economista capo della FAO, commentando gli ultimi risultati dell’IPC, durante una conferenza stampa a New York. “Il rapporto mostra, senza ombra di dubbio, che quando il flusso di aiuti e l'accesso ad acqua e cibo è migliorato nel nord di Gaza, il rischio di carestia è diminuito significativamente, quindi la soluzione è chiara.” 

Tuttavia, Torero ha precisato che, nonostante i miglioramenti osservati nelle zone a nord del paese, nel periodo preso in esame, la situazione continua a rimanere estremamente fragile, imprevedibile e critica, e che qualsiasi cambiamento significativo può portare a un rapido deterioramento delle condizioni a Gaza, fino alla carestia. L’Economista capo ha aggiunto che, soprattutto nel nord di Gaza, le operazioni di terra continuano a essere particolarmente intense, provocando sfollamenti forzati e aggravando ulteriormente la situazione della sicurezza sociale e alimentare.

In un contesto in cui quasi tutta la popolazione (96 percento) è esposta ad alti livelli di insicurezza alimentare acuta (Fase 3 o superiore dell’IPC), qualsiasi peggioramento della situazione potrebbe precipitare altre persone verso livelli catastrofici di fame, per esempio, se il numero dei permessi e l'accesso dei camion di aiuti umanitari a Gaza dovesse diminuire o non aumentare sostanzialmente, ha ammonito Torero.

I nuovi dati rivelano che, mentre l’aumento delle consegne di cibo e dei servizi di nutrizione nei governatorati settentrionali ha temporaneamente alleviato le condizioni di fame della popolazione, nei governatorati meridionali la situazione è degenerata con la ripresa delle ostilità, all’inizio di maggio.

Stando al nuovo rapporto IPC, in questo momento, circa 495 000 persone, ovvero il 22 percento della popolazione, versano in condizioni di insicurezza alimentare a livello di Catastrofe (Fase 5 dell’IPC), mentre la quasi totalità della popolazione (il 96 percento, ossia 2,15 milioni di persone) vive a livelli di acuta crisi alimentare o superiori (Fase 3+ dell’IPC).

Più della metà dei terreni coltivati ha subito danni

La recente analisi dei dati satellitari della FAO rivela un continuo incremento del numero dei terreni agricoli danneggiati, con oltre la metà dei terreni danneggiati registrata in tutta la Striscia di Gaza (più del 57 percento) a maggio 2024. Di questi, il 61 percento circa sono frutteti, mentre il 19 percento sono coltivazioni di ortaggi e il 20 percento di cereali.

L'estensione del danno è estremamente preoccupante, se si considera che, da gennaio 2024, si è registrato un aumento dei terreni danneggiati del 33 percento.

Le immagini satellitari rivelano, inoltre, che i cingoli dei mezzi pesanti, i rastrellamenti, i bombardamenti e altre pressioni riconducibili al conflitto hanno arrecato danni significativi anche alle infrastrutture agricole nella Striscia di Gaza. Dall’analisi, emergono danni a quasi il 33 percento delle serre, a oltre il 46 percento dei pozzi, a quasi il 65 percento dei pannelli solari e a oltre 2 300 infrastrutture agricole.

Produzione alimentare locale a rischio

Nella Striscia di Gaza, l’agricoltura interessa oltre il 40 percento della superficie e contribuisce approssimativamente al 20-30 percento del consumo giornaliero di alimenti. I danni al settore agricolo, causati dalle ostilità, sono ingenti, tali da interrompere quasi del tutto la produzione locale di base di alimenti freschi e nutrienti, riducendo l'accesso della popolazione a prodotti alimentari essenziali per un’alimentazione sana. I mezzi di sussistenza degli agricoltori, dei pastori e dei pescatori vulnerabili hanno subito effetti particolarmente pesanti, compromettendo gravemente la ripresa futura. 

Le famiglie che dipendono fortemente dall’agricoltura hanno registrato perdite di reddito fino al 72 percento.

Il porto della Città di Gaza è stato pesantemente danneggiato e la maggior parte dei pescherecci è andata distrutta. Le scorte di animali sono in forte calo. A causa del conflitto, un elevato numero di animali da carne e da latte a Gaza è stato abbattuto, consumato o danneggiato e perso. 

Gli aiuti agricoli di emergenza della FAO

La FAO, come le altre Agenzie delle Nazioni Unite e gli altri attori del settore umanitario, ha incontrato difficoltà logistiche, soprattutto nell’ottenere i permessi di ingresso necessari per consegnare gli aiuti nel settore agricolo a Gaza. Nonostante i problemi legati all'accesso umanitario, l’Organizzazione sta comunque portando a termine la distribuzione di 500 tonnellate di mangimi. Alla data dell’8 maggio, erano state circa 2 900 le persone che avevano beneficiato di aiuti nell’arco di due distribuzioni consecutive.

La FAO sta intensificando gli sforzi per preparare i fattori di produzione alimentare essenziali da trasportare a Gaza, sollecitando accordi di approvvigionamento avanzati, in attesa che sia accordato l'accesso. Tra le forniture previste, si annoverano foraggi concentrati, teli di plastica per serre, cisterne di plastica per l'acqua, vaccini, supplementi energetici da leccare, capannoni di plastica, ripari per animali e kit veterinari.

Il nuovo appello flash delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati (TPO) è stato annunciato il 17 aprile e sarà esteso fino al dicembre 2024. La FAO ha lanciato un appello per la raccolta di circa 40 milioni di dollari, in totale, di cui 29 milioni di dollari USA da destinare a Gaza e 11 milioni alla Cisgiordania. Queste risorse permetteranno di erogare a 70 660 persone aiuti agricoli di emergenza, tra cui mangimi animali e prodotti per la salute degli animali, capi di bestiame per il ripopolamento degli allevamenti e mezzi di produzione in tempo critico agli agricoltori.

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