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Prefazione

Un'ipotesi e alcuni interrogativi

II Mozambico è indipendente dal 1975. Per quasi cinque secoli è stato una colonia portoghese. Il Fronte di liberazione del Mozambico, (Frelimo), ha assunto il governo del paese dopo una guerra di liberazione di più di 10 anni.

Come in gran parte dei paesi del Terzo Mondo anche qui sviluppo significa essenzialmente sviluppo rurale. L'agricoltura fornisce circa il 45% del Pil ed occupa l'84% della popolazione attiva, l'industria il 7% e il settore terziario il 4%. Gran parte della produzione agricola proviene dal settore «familiare», basato prevalentemente su tecniche di produzione tradizionali, di bassa resa. La politica del Frelimo ha definito l'agricoltura l'asse centrale dello sviluppo e l'industria l'elemento di dinamizzazione.

Dopo l'indipendenza fattori di diversa natura come la sfavorevole congiuntura internazionale, le calamità naturali, ed alcune scelte di politica economica hanno determinato una progressiva flessione della produzione agricola. Questa situazione, già di per se difficile, è stata aggravata dall'opera di destabilizzazione perseguita dalla Resistenza nazionale mozambicana, più comunemente nota come Renamo. Il termine resistenza ha, nella nostra tradizione occidentale, un significato a priori positivo. In Mozambico è invece resistenza al cambiamento avvenuto con l'indipendenza, resistenza al nuovo governo, ed è finanziata da ex coloni portoghesi e dal Sud Africa e diretta contro l'intera regione australe.

La produzione globale alimentare soddisfa attualmente meno della metà delle necessità minime della popolazione e centinaia di migliaia di persone sono in costante pericolo di vita. Il paese ricorre quindi in maniera massiccia agli aiuti internazionali. Tuttavia le potenzialità agricole sono tali da far sperare in una ripresa e in uno sviluppo centrati su di esse. Approfondire questo tema trascende le finalità di questa ricerca. Sarà sufficiente tuttavia ricordare che il Frelimo, che nei primi anni dopo l'indipendenza aveva pivilegiato il settore statale a scapito del settore familiare e del settore cooperativo, oggi ha riposto l'accento su questi ultimi due. Il primo fornisce gran parte della produzione alimentare attuale, ed è quindi considerato, nell'immediato, il settore prioritario. A lungo termine è previsto, coinvolgendo la produzione familiare, lo sviluppo della produzione cooperativa. Per il Fronte l'associazione tra piccoli agricoltori permetterà di effettuare sostanziose economie di risorse e di sforzi e di introdurre quelle innovazioni tecnologiche necessarie per aumentare la produttività del lavoro. Le cooperative dovrebbero divenire inoltre il fulcro della vita produttiva delle Aldeias Comunais. Questi villaggi comunitari, che nel 1983 non erano più di 300, dovrebbero riunire la popolazione dispersa per permettere a un maggior numero di persone di beneficiare degli interventi dello Stato rivolti a migliorare la qualità della vita nelle zone rurali, come i servizi sanitari, le scuole, i trasporti, il commercio e i rifornimenti idrici.

Il Frelimo ha definito il suo programma di sviluppo «socialista» non in base a modelli o princìpi astratti, ma perché ha l'obiettivo di trasformare l'organizzazione sociale delle campagne e di aumentare la produttività del lavoro in funzione delle necessità del paese e della partecipazione della popolazione. L'efficacia del sistema educativo va valutata in base alla coerenza con questi programmi di sviluppo. Perché il sistema educativo contribuisca alla trasformazione auspicata dal Frelimo è necessario che vengano individuate e risolte le principali contraddizioni tra le esigenze dello sviluppo, l'eredità educativa coloniale e alcune tendenze emerse dopo l'indipendenza che si sono espresse come resistenza al cambiamento.

Si tratta di analizzare se il nuovo sistema educativo prepara i giovani ad inserirsi, una volta terminata la scuola, in quegli impieghi produttivi in particolare nell'agricoltura, che garantiscono il soddisfacimento dei bisogni primari della popolazione o se invece li spinge verso il settore terziario e l'inurbamento. Se, insomma, ostacola la trasformazione o la promuove.

L'ipotesi di questa ricerca può essere quindi così formulata: la presenza sistematica nel sistema educativo dell'intreccio tra lo studio ed il lavoro determina l'efficacia e la coerenza del sistema stesso rispetto ai programmi dì sviluppo.

La stessa relazione può esprimersi nei seguenti termini: efficacia del sistema educativo = f (presenza sistematica nel sistema del legame studio-lavoro). In questa relazione è stato isolato l'intreccio studio-lavoro come variabile indipendente perché, tra altre variabili, viene assunta come la principale caratteristica dell'educazione per lo sviluppo in Mozambico. Si assume infatti che le modificazioni della variabile dipendente (efficacia del sistema educativo) siano associate a quelle di altre variabili indipendenti, ad esempio la formazione degli insegnanti, la rete scolastica, i materiali didattici, ecc., che tuttavia saranno qui prese in considerazione solo nella loro relazione con le due variabili isolate precedentemente. Per verificare l'ipotesi sarà opportuno rispondere ad alcuni interrogativi.

Si tratta di analizzare:

— come si sono presentati studio e lavoro nella formazione sociale mozambicana prima dell'indipendenza, nella scuola coloniale e nelle zone liberate;

— in che misura, dopo l'indipendenza, la volontà di rinnovamento espressa nella legislazione e nelle dichiarazioni ufficiali si sia concretizzata in esperienze organiche e generalizzate;

— se l'integrazione dello studio con il lavoro abbia investito il sistema educativo nel suo insieme o se costituisce essenzialmente un tributo formale a un dogma;

— se le esperienze di produzione scolastica, si siano diffuse in tutto il sistema o siano sporadiche eccezioni;

— se il lavoro produttivo nella scuola abbia fornito il fondamento di una nuova cultura che esprime un nuovo modo di pensare e di agire o si sia ridotto a una risposta contingente a dei bisogni immediati, o ad un rituale privo di significato pedagogico;

— se gli insegnanti, nei diversi livelli del sistema educativo siano stati preparati a rispondere alle necessità dello sviluppo rurale con appositi interventi formativi;

— se i curricoli, i mezzi didattici, il calendario scolastico siano stati impostati, in modo coerente con le finalità di intrecciare lo studio ed il lavoro;

— se le conoscenze, le abilità e le attitudini che i giovani apprendono a scuola proiettino le loro aspirazioni verso il mondo rurale o verso l'inurbanamento;

— se il lavoro nella scuola sia uno strumento d'integrazione delle regioni urbane e rurali, dei diversi strati sociali e dei due sessi o se continui ad agire come elemento di differenziazione.

Non tutti questi interrogativi troveranno una risposta esaustiva e definitiva in questa ricerca. È sperabile tuttavia che susciti studi ulteriori, che analizzino con una profondità sempre maggiore le diverse variabili nelle loro molteplici relazioni.

Successi e insuccessi del sistema educativo del Mozambico indipendente non saranno analizzati in base ad un metro assoluto e astratto, o in base a un modello di «sistema scolastico socialista ideale», sulla cui legittimità concettuale si tornerà in seguito. Essi saranno invece analizzati come parte di un'esperienza che ha dovuto essere attuata improvvisamente, in condizioni di eccezionale difficoltà, con risorse materiali ed umane disperatamente inadeguate, con una guerra in corso prima ai confini con la Rhodesia, e poi in molte zone del paese dove opera la Renamo.

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