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Ramani Perera

“Un tempo gli agricoltori sprecavano moltissima acqua. Poi ne hanno preso coscienza e il loro raccolto è aumentato”.
25/08/2023

Sri Lanka 

Ramani Perera lavora nelle risaie lungo il bacino del fiume Malwathu Oya, una zona lussureggiante dello Sri Lanka centro-settentrionale ricca di fiumi, laghi e invasi. 

Noti a livello locale come “vasche”, gli invasi sono un’importante risorsa idrica per gli agricoltori, che possono accedervi tramite piccoli canali.  

Per quanto verde sia questa regione, le risorse idriche sono ancora un problema serio. La coltivazione del riso ne richiede molta e le risorse idriche non sempre sono state gestite correttamente, afferma Ramini, e spesso si esaurivano in fretta.  

“Un tempo gli agricoltori sprecavano moltissima acqua, ricorda: molti erano convinti che grosse quantità d’acqua favorivano rese migliori, ma nel corso degli incontri con esperti di irrigazione della zona hanno scoperto che era esattamente il contrario. 

“Se l’acqua ristagna nella risaia, diventa melmosa e anche lo stallatico rischierebbe di andare sprecato”, spiega Ramini. 

Oltre all’inadeguata gestione delle risorse idriche, il cambiamento climatico è un grosso problema e molti abitanti smetterebbero di coltivare per l’assenza di pioggia, aggiunge.  

La situazione è cambiata, afferma, grazie agli esperti, tra cui Shamani Ilangasinghe, che ha consultato e che hanno collaborato con la sua comunità per migliorare la gestione delle risorse idriche. 

Shamani lavora per l’ufficio del servizio idrico di’ Nachchaduwa e utilizza tecnologie come WaPOR della FAO per monitorare quasi in tempo reale le risorse idriche della zona, nonché consultare dati risalenti a 30 anni fa.  

“Nel database è possibile consultare dati come l’evaporazione, l’evapotraspirazione e mappe relative alla gestione del suolo”, spiega Shamani, “e in questo modo siamo in grado di fare una pianificazione per la stagione successiva”.  

L’evapotraspirazione indica la quantità di acqua assorbita da una pianta nel suo ciclo colturale, il che le consente di calcolare il fabbisogno e la disponibilità di risorse idriche e di individuare metodi per consumarne meno. 

Uno delle principali novità che ha messo in pratica con la collaborazione degli agricoltori locali è stata diversificare le stagioni di coltivazione.  

“Una volta lavoravamo continuamente per l’intera stagione”, spiega Shamani: “oggi, se ci dedichiamo ad altre colture alimentari, abbiamo imparato a coltivarle in un secondo momento e con le giuste quantità d’acqua”. 

“Grazie a questo sistema abbiamo ottenuto da quei suoli una produttività idrica soddisfacente”, conclude.  

“Seguendo i loro consigli siamo in grado di coltivare utilizzando le risorse idriche con maggiore attenzione”, dice Ramini riferendosi alle novità. “Gli agricoltori ne hanno preso coscienza e il loro raccolto è aumentato”.