FAO/19278/R. Jones
La prima testimonianza archeologica di una comunità agricola in Europa rivela degli utensili tecnologicamente già avanzati; tuttavia mancano le tracce di un’attrezzatura più rudimentale. Tra le possibili spiegazioni si ipotizza che i popoli del Medio Oriente abbiano portato in Europa i propri utensili e le proprie tecnologie. Si ritiene inoltre che analoghi movimenti di popolazioni agricole si siano verificati in Africa, nell’America centrale e meridionale, in Cina, India e nell’Asia sudorientale. Perché queste persone si spostarono? L’avvento dell’agricoltura comportò, da un lato, una fonte di cibo più affidabile e, dall’altro lato, un aumento demografico; accadde così che le persone in eccesso fossero costrette a migrare verso nuove terre.
Nel corso della storia il movimento interculturale di colture e specie di bestiame rivoluzionò la dieta dell’uomo e contribuì a ridurre la povertà. L’Africa diede al mondo il caffè, una bevanda oggi diffusa in ogni angolo del pianeta nonché uno dei pilastri dell’agricoltura latinoamericana. L’Asia si dedicò alla coltivazione del riso, che rappresenta l’alimento di base per più di metà della popolazione mondiale, e della canna da zucchero, che in molte regioni costituisce una delle più importanti coltivazioni commerciali. L’introduzione del cammello dall’Arabia in Africa consentì alle persone di vivere e viaggiare in ambienti caratterizzati da un clima più estremo, e arricchì la dieta di carne e latte.
Ma il dialogo tra culture non si limita a un mero scambio di tecnologie, sementi e specie animali. La maggior parte delle culture, soprattutto quelle che riconoscono nell’agricoltura la propria attività principale, possiedono un importante patrimonio di credenze, valori e rituali religiosi ispirati al cibo e mostrano rispetto per l’ambiente. Le terrazze di riso degli Ifugao (vedi Le terrazze di riso degli Ifugao: un modello di sistema di agricoltura olistica, riquadro all’interno) funzionano da 2 000 anni proprio grazie a questi valori culturali.
